![]() L'insegnamento, incluso nel curriculum della Laurea Magistrale in Ingegneria Edile - Architettura, si coordina con le analoghe iniziative sviluppate nelle altre sedi universitarie attraverso il Progetto Didattica Formazione di Veronafiere; pur essendo proposto come opzionale al quinto anno, l'esame ha riscosso immediatamente l'interesse degli studenti e gli iscritti dei primi due anni hanno quasi raggiunto le settanta unità. Il corso intende proporsi come sede di attività di ricerca nell'ambito delle applicazioni dei materiali lapidei in architettura, con una specifica attenzione ai prodotti dell'area laziale; a tal fine è stata avviata, con il Centro di Valorizzazione del Travertino Romano, una collaborazione in virtù della quale saranno svolte visite agli stabilimenti e seminari presso l'università; ne deriveranno tesi di laurea su processi e prodotti innovativi che potranno svilupparsi in continuità con il lavoro svolto durante l'anno in atelier. Obiettivo formativo dell'insegnamento è costruire una figura di progettista in grado di comprendere le specificità del materiale e le regole espressive del suo linguaggio, conoscendone e sapendone sfruttare al meglio sia le tecniche applicative che i processi produttivi, con una solida cultura di base sull'impiego del materiale stesso nell'architettura moderna e contemporanea. Responsabile del corso è Marco Ferrero, professore associato di architettura tecnica, dedito da molti anni alla ricerca nel settore dell'architettura dei materiali lapidei. La didattica si sviluppa in 180 ore tra lezioni, esercitazioni e laboratorio progettuale, coinvolgendo in prima persona gli studenti, chiamati fin dall'inizio delle lezioni a collaborare fattivamente tramite attività di ricerca - seguita da relazioni e dibattiti - oltre che, naturalmente, di progettazione. Per quanto riguarda gli argomenti del corso, una prima parte è dedicata all'analisi delle principali opere in pietra italiane del secolo scorso, cogliendone la continuità e contemporaneamente l'innovazione rispetto alla tradizione costruttiva dei tempi più antichi; da rilevare che la maggior parte di tali opere è stata realizzata in travertino. Quindi si passa alla produzione contemporanea (internazionale), analizzata attraverso aree tematiche che corrispondono ad altrettante strutture sintattiche del linguaggio della pietra: acqua, natura, colore, monumento, curvatura, materiale, immateriale, pellicolare, sono soltanto alcuni dei temi trattati, senza trascurare la "sfida" tecnologica implicita in tante realizzazioni. La successiva parte del corso è specificamente tecnica e - come si addice a un corso di ingegneria - approfondisce tutti i principali problemi legati alla produzione e alla posa in opera dei materiali lapidei: dai tipi di pietra naturale ai nuovi materiali lapidei compositi e/o riciclati, dai procedimenti costruttivi tradizionali in pietra portante a quelli più innovativi, per passare alle tecniche dei rivestimenti e delle facciate continue, dei pavimenti, degli elementi per l'arredo urbano come degli organismi completi; lo studio delle tecniche di estrazione e delle lavorazioni in stabilimento è arricchito da visite alle aziende. Vengono affrontati, inoltre, argomenti particolari come la stereotomia e il problema del degrado e dei dissesti. L'attività progettuale avviene in forma di laboratorio (o "atelier"), ovvero direttamente in aula, in gruppo, con l'assistenza dei docenti. Tema dell'anno è la realizzazione di un complesso strutturato di organismi modulari, progettati dai singoli gruppi, nell'ambito di un masterplan fornito dai docenti; ciascun modulo si caratterizza in relazione a uno degli argomenti sviluppati nella parte teorica del corso. Il risultato dell'attività dell'atelier sarà presentato alla prossima edizione di Marmomacc. ![]() Il plastico del corso alla mostra Marmomacc 2011 |